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UNOCONTROUNO : MICHELE PATRINI

18/10/2018



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UNOCONTROUNO: MICHELE PATRINI


Parte oggi “Unocontrouno” la nuova rubrica del Fanfulla che vedrà ogni settimana, ogni giovedì, un giocatore del Guerriero raccontarsi come non lo ha mai fatto. Niente commenti sulla partita appena passata o su quella che verrà, nessun pensiero sulla serie di risultati ottenuti nell'ultimo mese o sull'atteggiamento della squadra in campo. Con questa rubrica si conoscerà prima l'uomo e poi il giocatore, prima la persona, con tutte le sue emozioni e le sue particolarità, del calciatore. Un modo quindi per conoscere meglio settimana dopo settimana, per apprezzare e avvicinare ancora di più a tifosi e appassionati tutti i Guerrieri che compongono lo spogliatoio del Fanfulla 2018-2019.

E non si poteva partire con questa nuova esperienza se non con Michele Patrini, da due anni capitano del Fanfulla. Quella attuale è la seconda esperienza in maglia bianconera per il 35enne di Crema. Era il 2005-2006, il Fanfulla militava nel girone B di Serie D e il 22enne Patrini arrivava da una stagione, sempre in D, da 25 presenze a Vigevano. Ormai sono passati tredici anni da quel 2005, anni di crescita per il calcio e per Patrini, <<ma l'amore per il Fanfulla è rimasto tale e quale. Quando sono ritornato a Lodi nel 2017 ho incontrato nuovamente tante persone che mi hanno voluto bene già quando ero un giovincello e per me è stato un piacere ritrovarle. In questi anni il calcio non è cambiato, forse prima era diverso l'atteggiamento dei giovani. Fortunatamente i ragazzi che abbiamo quest'anno hanno mantenuto però quell'umilità che era ben presente negli anni passati>>. Prima partita ufficiale nel 2005 e primo gol, saranno poi tre a fine stagione, con corsa sotto la curva per Patrini. <<Andai in rete con l'Arzachena (partita finita poi per 3-1 in una squadra in cui giocavano anche mister Ciceri e il team manager Dellagiovanna, ndr). Mi ricordo ancora la gioia per quel gol, ho ancora la foto che mi raffigura mentre corro con il braccio alzato sotto la curva e ricordo ancora gli occhi lucidi, una grande emozione>>. Emozione per il gol ma anche per l'atmosfera che si vive ogni domenica alla Dossenina da ormai più di cento anni grazie alla magia dello stadio incastonato nel centro di Lodi e al calore sprigionato dai tifosi in ogni occasione. <<L'affetto dato da chi ci tifa è sempre stato magico – ammette -. Lo stadio poi è un pezzo di storia, lo vedi e non puoi che rimanere ammirato e ritenerti fortunato solo per il fatto di giocarvi: sarà perché la struttura è ancora quella, sarà per tanti altri motivi, ma la Dossenina trasuda e sprigiona adrenalina ogni volta>>. E in ogni partita, si sa, ognuno ha i proprio riti, i propri gesti scaramantici. Col passare degli anni Patrini però è andato via via sfumando certe costanti. <<Quando ero più giovane ero molto più abitudinario – racconta -: mangiavo le stesse cose, guardavo gli stessi film, mentre ora seguo più il mio istinto e non mi precludo nulla. L'unica costante è che mi piace sempre arrivare 15' prima dell'orario del ritrovo per preparare tutto il mio materiale e fare stretching, calandomi così sempre di più nel clima partita>>. L'avere una vita equilibrata è uno dei segreti di ogni calciatore. E in questo equilibrio rientrano anche gli affetti e tutte le persone che ti circonadano. E per Patrini c'è Giulia, moglie da quattro anni e da undici quasi ogni domenica sulle tribune. <<Si è fatta chilometri e chilometri per me – ricorda il capitano -. Ne sa di calcio, fa tante volte delle analisi che mi stupiscono (ride, ndr) e ha anche una grande passione. Non potevo trovare una moglie diversa>>. A 35 anni giustamente però qualche ragionamento sul futuro calcistico viene fatto. E Patrini, nonostante la tantissima voglia di giocare ancora presente in lui, ha già deciso cosa vorrà fare quando appenderà le scarpe al chiodo. <<Farò l'allenatore, o almeno ci proverò, sarà poi il campo come sempre a dare il suo responso – chiarisce -. Non sarà però per me un passaggio traumatico come si può pensare. Sarà qualcosa che arriverà da solo e gradualmente senza alcun stravolgimento>>. Quando lascerà il calcio Patrini però vorrà vedere soprattutto un aspetto nei giovani che si stanno affacciando ora, o lo faranno nei prossimi anni, nel calcio dei grandi. <<Vorrei che quello che sento io, ma che vedo anche negli occhi del mister o di compagni come Laribi, Brognoli e Battaglino, per ricordare un altro grande passato recentemente da Lodi, riviva in loro. Non so definire cosa sia, ma allo stesso tempo so per certo che se si vive nel modo giusto può dare delle gioie incredibili e dei ricordi che rimarranno sempre nel cuore. E non parlo solo di avvenimenti in campo, ma anche delle risate e dei legami che si instaurano nello spogliatoio che non dimenticherai mai>>.

 

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