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UNOCONTROUNO : FRANCESCO LUONI

10/01/2019



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UNOCONTROUNO: Francesco Luoni

Dopo un attaccante è tempo di un difensore del Fanfulla ad Unocontrouno. Ospite di oggi Francesco Luoni, 30enne con più di 200 presenze tra i professionisti. Arrivato in estate dal Lecco, sempre in Serie D, Luoni si è subito inserito al meglio nello spogliatoio bianconero dove ha portato esperienza e buonumore. Nato a Varese nel 1988, inizia “nei grandi” proprio nella sua città nel 2006-2007 in C2. Vi rimane anche nella stagione successiva, dove diventa titolare, per poi passare all’Albinoleffe in Serie B: qui milita per quattro stagioni, sempre in cadetteria, toccando anche le 31 presenze nel 2010-2011. Le due stagioni successive le vive invece tra C1, Como, e C2, Castel Rigone, prima del ritorno in B con il Varese da cui nel 2015-2016 riparte dall’Eccellenza per amore della città con cui conquista, e gioca, in D nella stagione successiva prima appunto del passaggio al Lecco e l’approdo al Guerriero in estate. Quasi tredici anni ad alto livello nel calcio, qualcosa di più di un semplice gioco per Luoni. <<Una passione, è ciò che mi è sempre piaciuto fare – ammette -. Ci gioco da quando ho 5 anni quindi non mi immagino una vita diversa>>. Tant’è che <<non saprei cosa avrei fatto se non fossi diventato un calciatore. Anche da bambino non ci ho mai pensato perché è sempre stato il mio grande sogno che ho coltivato>>. E chissà che emozione l’esordio con l’Albinoleffe in Serie B a soli 20 anni. <<Prima essere giovani era diverso nel calcio – spiega -. Dovevi sudarti maggiormente il posto in campo, mentre ora si hanno molte più possibilità di mettersi in mostra. Chi è bravo tanto giocherebbe comunque anche senza regolamenti, mentre altri vengono “bruciati” perché obbligati a giocare quando non ancora pronti>>. Esperienza quella con gli orobici difficile ma sicuramente positiva. <<Ho fatto un grande salto e la fatica c’è stata indubbiamente – ricorda -. Sono cresciuto molto, anche velocemente, perché in quelle categorie non c’è alcun margine d’errore>>. Albinoleffe, Como, Lecco: squadre del nord Lombardia, tutte non molto lontane, o vicinissime, da casa. Perché quindi Lodi e il Fanfulla? <<Dopo Castel Rigone questa è la squadra più lontana da Varese in cui gioco – aggiunge -. Però parliamo di una piazza storica sia come città, sia come fede calcistica. La telefonata con il direttore Cera mi ha subito convinto ad accettare il Fanfulla>>. E da Varese, Luoni non ha visto in Lodi tante differenze. <<Mi sposto molto sul territorio e ho notato che Lodi è simile alla città in cui sono nato – afferma -. Cosa mi ha colpito di più? La nebbia, quando parto da Varese a volte c’è il sole, arrivo nel lodigiano e non si vede più nulla (ride, ndr)>>. A colpire Luoni però c’è anche l’accoglienza ricevuta dai tifosi del Guerriero. <<La prima partita che ho disputato alla Dossenina mi ha molto emozionato – ricorda -. Il pubblico è molto caldo, si vede che ci tiene alla squadra e che la presenza del Fanfulla è molto sentita in città. Fa piacere avere sempre una bella cornice di pubblico a sostenerci durante la stagione, senza dimenticare poi la presenza anche di numerosi tifosi che vengono a supportarci in trasferta: un modo per noi per dare ancora di più in campo>>. Grande rilevanza hanno quindi i tifosi, ma anche il gruppo-spogliatoio è uno degli aspetti importanti in questa esperienza a tinte bianconere. <<Si è subito creato un forte legame – precisa -. Andiamo tutti molto d’accordo. In una stagione il gruppo è qualcosa di fondamentale che ti consente di andare avanti anche nei momenti difficili. È veramente bello essere qui>>. Dodici stagioni in prima squadra a soli 30 anni sono tante, e di questo Luoni vuole ringraziare <<tutti gli allenatori che ho avuto per quello che mi hanno lasciato dentro, sia nel bene sia nel male perché mi sono portato tutto dentro. Poi non posso non ricordare la mia famiglia e la mia ragazza che mi sostengono sempre in ogni mia scelta>>. E sicuramente appoggeranno anche la scelta che farà il loro caro al termine della carriera. <<Sicuramente rimango nel mondo del calcio – conclude -. Non so sinceramente ancora con quale figura, ma sto pensando di fare i corsi per ottenere il patentino da allenatore, poi vediamo il futuro cosa mi riserverà>>.

 

 

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