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UNOCONTROUNO : LUCA SANTONOCITO

07/02/2019



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UNOCONTROUNO: Luca Santonocito

Due mesi di permanenza al Fanfulla ed è già un idolo dei tifosi del Guerriero Luca Santonocito. Il fantasista 27enne, ospite odierno di Unocontrouno, è arrivato a Lodi durante il mercato di dicembre dal Milano City. Un’esperienza nuova, nuove sfide, nuovi palcoscenici per un ragazzo, come si dice in gergo, pane e pallone. Quel pallone che addirittura da piccolo Santonocito si portava a letto. <<Me lo dicono sempre i miei genitori che quando ero un bambino volevo andare a dormire con la mia palla, già a tre anni addirittura – ricorda sorridendo -. Ora il calcio non è un semplice passatempo, ma la passione vera, la mia vita. Non ho mai avuto altre idee per la testa quando ero un bambino, mai pensato di fare altro anche a livello lavorativo, ho sempre desiderato e voluto fare il calciatore>>. Passione per il calcio, unita ovviamente ad un grande talento, che l’ha portato anche a spostarsi in Scozia per tre anni vestendo la maglia delle giovanili del Celtic. <<Avevo solo 16 anni quando sono partito – spiega -. Ne parlai con i miei genitori che appoggiarono la mia scelta come hanno sempre fatto e li ringrazio>>. Anni duri, <<soprattutto il primo perché sapevo la lingua ma un conto è parlarla a livello scolastico, un altro è utilizzarla come unico modo per farsi capire dalle altre persone. Qui un ruolo fondamentale lo ha giocato la famiglia con cui vivevo che mi ha sempre trattato benissimo aiutandomi molto nell’inserimento di una realtà diversa. Con loro adesso mi sento spesso, soprattutto per gli auguri, ma purtroppo non sono più riuscito a tornare anche se mi piacerebbe molto farlo>>. Durante l’esperienza al Celtic, Santonocito si è allenato anche fianco a fianco di Massimo Donati e Shunsuke Nakamura, <<persone normalissime – ricorda -. A volte sono pompate troppo dai media, poi ti trovi con loro a condividere momenti di vita quotidiana e capisci che sono come tutti gli altri essere umani. Almeno avessi imparato a calciare le punizioni come Nakamura durante quegli allenamenti (ride, ndr)>>. Chiuso il triennio scozzese il ritorno a casa con i genitori e l’approdo a Milanello nelle giovanili rossonere. <<Esperienza molto bella ma che mi portava a stare fuori casa tutto il giorno visto che studiavo ancora ai tempi – chiarisce Santonocito -. Sono cresciuto tanto anche qui, e devo ammettere che ritornare a casa è stato non così semplice come ci si aspetta perché vivere con una famiglia che ti ospita e vivere con i tuoi genitori è tutt’altra cosa, ero abituato ai miei spazi. Ci sono rimasto poco però perché poi sono passato in prestito al SudTirol e quindi mi sono trasferito lì>>. Poi altre esperienze in Lombardia fino al presente, il Fanfulla. L’esordio sfortunato a Voghera, poi la maglia da titolare con il Mezzolara, <<una grande emozione perché quando si inizia con una nuova squadra è innegabile che ci sia sempre quella punta d’ansia. Il Fanfulla poi è una società dalla grande storia e quindi quell’emozione aumenta ancora di più>>. Un rapporto subito ben saldo però quello instauratosi da Santonocito con l’ambiente, dalla dirigenza alla tifoseria. <<È strano, ma in senso positivo, che qui non c’è quasi nessuna barriera tra tifosi e giocatori – ammette -. In tutte le squadre in cui ho giocato non sono mai andato a fare un aperitivo insieme ai tifosi, è qualcosa di molto bello e anche stimolante. Abbiamo una tifoseria speciale che ci segue sempre, ci sostiene e ci apprezza tantissimo>>. La domanda finale però è sempre quella, cosa farà Santonocito quando smetterà di giocare a calcio? <<Non ci voglio pensare perché a 28 anni penso solo a giocare – conclude -. Non ho alcun progetto al momento, con gli anni vedrò ma sicuramente punto a rimanere in questo mondo. Sono la pecora nera della famiglia, perché dai miei genitori a mia sorella tutti fanno i parrucchieri, ed è anche per questo che ho i capelli lunghi>>.   

 

 

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