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UNOCONTROUNO : FABRIZIO DE STEFANO

04/04/2019



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UNOCONTROUNO: FABRIZIO DE STEFANO
È stato il primo 2001 ad esordire tra i grandi nel Fanfulla Fabrizio De Stefano. Un esordio che però non è rimasto un lampo isolato, visto che il giovane terzino sta guadagnando minuti e spazio nell’undici titolare. E tutto questo in pochi mesi, visto che l’arrivo dal Renate, formazione di Serie C con cui si è allenato sin da luglio agli ordini di mister Diana, è datato 31 gennaio. Talento ma anche tanti sacrifici per De Stefano, maggiorenne tra soli due giorni, seguito passo passo dai genitori. <<Devo tutto a loro – spiega -. Condividono con me questo sogno spendendo tempo e anche denaro per quell’obiettivo che sto inseguendo. In molti lo dicono, ma questa cosa non è scontata: ho sempre voluto diventare un calciatore e non tutti i genitori fanno quello che stanno facendo per me i miei. Non posso che essergli grato>>. Una passione nata sin da subito quella del calcio per De Stefano tant’è <<che i primi calci al pallone li ho tirati a due anni al parco. Poi a sei anni mi sono iscritto alla prima scuola calcio e non ho più smesso. Anche in questo caso sarebbe banale dire che il calcio è tutta la mia vita, ma è proprio così. Non penso a quando smetterò di giocare o cosa posso fare d’altro, io vivo per questo sport, altrimenti non farei anche determinati sacrifici>>. Quattro allenamenti settimanali e le partite domenicali sono infatti un impegno non da poco, se poi ci sono anche ore di studio obbligatorie da effettuare l’impegno diventa ancora più gravoso. <<È difficile organizzarsi durante la settimana – ammette -. Ogni giorno d’allenamento quando torno a casa faccio 40’ di palestra per mettere su massa: in un campionato di questo tipo molto fisico è fondamentale e voglio farmi trovare pronto. Tra allenamenti col gruppo e personali quindi mi ritrovo a studiare dopo cena e a portarmi avanti durante le ore scolastiche. Sto finendo il liceo, mi iscriverò poi all’università: andrò quindi avanti a studiare anche se non so cosa farò>>. Due indirizzi in lizza, ma l’obiettivo del futuro è sempre quello. <<Fisioterapia od economia? Non so ancora, ma so già che prima di tutto verrà anche in questo caso il calcio – chiarisce De Stefano -. Non ho sinceramente un piano B al momento nel caso in cui non riuscissi a diventare un calciatore, sto pensando solo alla carriera e a riuscire in questo momento>>. Determinazione e obiettivi chiari ci sono quindi, così come la volontà di imparare. <<Avere in spogliatoio giocatori come Brognoli e Patrini è importantissimo – spiega -. Si impara tanto, e sono proprio loro in prima persona a voler insegnare ai più giovani. Sono fondamentali persone del loro calibro sia in campo che nello spogliatoio per chi si affaccia per la prima volta al mondo dei grandi ma anche per chi vi fa parte già da un po’. Se guardo invece a quei giocatori abituati a vede in televisione, il modello d’ispirazione in campo è Marcelo: un difensore di spinta con tanta qualità e fantasia, come piace a me>>. Vista l’età, ovviamente De Stefano appartiene alla categoria “giovani alle prime esperienze con i grandi”: giovani che a volte, nonostante non trovino spazio nelle rispettive società professionistiche, preferiscono non scendere in Serie D a giocarsi minuti importanti. <<Penso che molti si rifiutino di scendere di categoria perché pensano di essere costretti a fare un passo indietro – spiega -. Io a Renate mi allenavo con la prima squadra, ma sapevo che difficilmente avrei trovato spazio e così per continuare il mio percorso di crescita ho deciso di cercare minuti importanti in Serie D. Non la considero assolutamente una regressione nella mia carriera, ma un modo per avere un approccio diretto con il calcio dei grandi in un campionato difficile>>. Esperienza al Fanfulla presa quindi con entusiasmo e massima serietà, con l’esordio dal primo minuto avvenuto non in una partita come tutte le altre, ma nel derby con la Pergolettese di un mese fa. <<È stato tutto fantastico – conclude -. Me lo aspettavo vedendo come erano andati gli allenamenti in settimana e le soluzioni che erano state provate, sono sincero. Scendere in campo da titolare in una partita così importante non è cosa da tutti i giorni, davanti ad un pubblico così numeroso non avevo mai giocato però non ero minimamente teso, ho solo pensato a godermi il momento sin da quando l’arbitro ha fischiato l’inizio della partita>>.

 

 

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